Dall’umore alla memoria, il “cervello” del nostro intestino ha un grande impatto sul nostro cervello della testa.
La neuroscienziata professoressa associata Elisa Hill-Yardin ha passato anni a scavare in profondità nella connessione intestino-cervello, un campo emergente nella ricerca sanitaria. Qui condivide le cinque cose fondamentali che dovremmo sapere sul nostro “cervello intestinale”.
1. È come il tuo secondo cervello (non letteralmente, ma quasi)
L’intestino ha tipi di neuroni simili a quelli del cervello. Il cervello intestinale è un grande sistema nervoso, delle stesse dimensioni del midollo spinale, che controlla le contrazioni dell’intestino e le sue secrezioni. Ci sono mutazioni genetiche molto rare che influenzano la connettività cerebrale e abbiamo imparato che la maggior parte di quelle mutazioni genetiche si trovano anche nell’intestino. Se quelle mutazioni cambiano il cablaggio nel cervello, sono anche suscettibili di cambiare il cablaggio e l’azione del cervello intestinale – il sistema nervoso enterico.
Ad oggi, abbiamo solo esaminato l’effetto di quelle mutazioni nel cervello. Ora stiamo iniziando a guardarle nel nostro secondo cervello, l’intestino.
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2. Prova sensazioni (che possono influenzare le tue emozioni)
Ora sappiamo che i microbi nell’intestino cambiano il nostro umore e il comportamento, e anche l’attività cerebrale. C’è un grande studio che ha esaminato le donne, facendo scansioni del cervello con risonanza magnetica e mostrando che se mangiavano yogurt per un certo numero di giorni la loro attività cerebrale a riposo era diversa – il che è sorprendente! Ma sappiamo anche dagli studi che i microbi hanno un impatto sulla salute mentale e sugli stati emozionali come l’ansia. Quindi si può affermare che siamo controllati dai microbi nel nostro intestino. Sono molto più importanti per le nostre sensazioni ed emozioni di quanto avessimo mai pensato.
3. È collegato a disturbi dello sviluppo neurologico come l’autismo e a patologie degenerative del cervello come la demenza (ma non sappiamo come)
Ciò che è emerso nelle ricerche negli ultimi anni, sebbene sia noto da molto tempo nella comunità dell’autismo, è che la maggior parte dei bambini con autismo ha seri problemi d’intestino. Ora non conosciamo la causa dell’autismo, ma sappiamo che esistono centinaia e centinaia di mutazioni genetiche rare che alterano la connettività cerebrale. E sappiamo che alcuni di questi geni mutati si trovano anche nell’intestino. Stiamo poi imparando che anche le malattie che influenzano la cognizione e la memoria, come la demenza, possono avere una componente intestinale. I ricercatori stanno iniziando ad osservare anche da questo punto di vista le malattie del cervello come l’Alzheimer, il Parkinson, la sclerosi multipla e a trovare differenze nei microbi nell’intestino. Quindi stanno iniziando a pensare a come possiamo apportare cambiamenti nel nostro microbiota per far sì che avvengano modifiche sulla salute del nostro cervello.
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4. È dove interagiscono il nostro cervello e il nostro sistema immunitario
Il team sull’asse intestino-cervello che la professoressa Elisa Hill-Yardin conduce all’RMIT University è focalizzato sulla comprensione di come il sistema nervoso enterico venga alterato nei disturbi neurologici come l’autismo. Ciò include la ricerca di come il sistema nervoso intestinale interagisce con i microbi dell’intestino e i cambiamenti nei percorsi infiammatori.
“Stiamo cercando di identificare i meccanismi di base, esaminando le connessioni tra il tratto gastrointestinale e i cambiamenti di umore e comportamento, compreso l’impatto della genetica sul microbiota nell’intestino – ha affermato la professoressa Elisa Hill-Yardin -.
Il fine ultimo è quello di trovare nuove terapie che possano migliorare la vita quotidiana delle persone con autismo, ma il nostro lavoro ha anche un’applicazione più ampia per altri disturbi neurologici, come il morbo di Parkinson“.
5. È una nuova frontiera nella scienza (e i ricercatori stanno appena iniziando a capire la sua importanza)
Molti dei grandi pionieri della fisiologia enterica sono in Australia e sono stati i primi a descrivere diversi tipi di neuroni in base alla loro attività e al loro contenuto neurochimico. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è spostare il campo verso l’uso delle ultime sofisticate tecniche e finalizzarci sul recente interesse per l’asse dell’intestino-cervello, e questo ovviamente implica comprendere come funziona il tratto gastrointestinale in concerto con i miliardi di microbi che vivono all’interno di esso.
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Fonte: RMIT University