Una frase molto interessante che è molto frequente (in estate la puoi sentire tutti i giorni) è: “ci troviamo per l’aperitivo”? Vorrei partire proprio dall’etimologia di questa parola:
dal lat. tardo aperitīvu(m) ‘che apre’, da aperīre ‘aprire’
Quindi si tratta di qualcosa che apre, nel nostro caso particolare, dovrebbe “aprire lo stomaco”, stimolando la secrezione gastrica per prepararlo per il pasto che sta per arrivare. Ora, vi siete fermati un attimo ad analizzare cosa viene assunto durante questo “rituale”? Patatine, noccioline, salumi, formaggi, associati a un calice di vino oppure a bitter, seltz, cocktail, birre o ad altri miscugli analcolici. Spesso sono delle vere e proprie apericene che attraggono le persone per il prezzo basso (ma la qualità nutrizionale scadente). Tutti col bicchiere in mano, la bocca piena di cose che sono deleterie per la salute: lo stomaco, il fegato, l’intestino, i reni sono duramente messi alla prova dall’introduzione massiccia di questi prodotti. Per non parlare della linea.
Poi, avendoli davanti agli occhi e inclusi nel prezzo, sembra risvegliarsi in noi la scintilla atavica del “mangia più che puoi” derivante forse da tempi di carestia dove tutto quello che trovavamo doveva essere mangiato per prepararci ai periodi di magra. Se riuscissimo ad essere consapevoli, presenti, ad ascoltare il nostro corpo e a chiederci: “che cos’è questa “cosa” che sto introducendo nel mio corpo?”, probabilmente non ingurgiteremmo tutto quel miscuglio di “stuzzichini” che tutto sono meno che veri “alimenti”.
Sempre ricorrendo all’etimologia, il termine “alimento” deriva dalla radice indoeuropea al, alzare, da cui ha preso origine il greco aldèo, cresco, il verbo latino alere, nutrire. Probabilmente al, alzare, nel caso dei notri aperitivi, è riferito ai trigliceridi, al colesterolo o alla glicemia!
Il vero aperitivo a mio avviso dovrebbe essere fatto con la frutta o la verdura, magari con delle belle insalate che preparano lo stomaco al pasto che sta per arrivare. Per non chiedere troppo, con verdure biologiche e a km 0. Ottimi anche degli estratti fatti con verdure all’80% e frutta al 20%.
L’alcol, i cocktail o gli altri liquidi che vengono ingeriti durante questi rituali andrebbero banditi, o utilizzati solo occasionalmente. L’occasione per ritrovarsi può essere una bella cosa, cerchiamo di renderla lucida, sana, con momenti di vera condivisione, non necessariamente di sballo. Cerchiamo di incontrarci per scambiare opinioni, per condividere momenti, per essere concentrati anche sugli altri, seriamente interessati alle loro parole, quindi non annebbiati da alcol e tossine varie che girano nei nostri corpi e nelle nostre menti. Rendiamo il nostro incontro un sano momento di compartecipazione e di vera gioia.