Buongiorno a tutti,

scrivo questo post per fare una precisazione su alcuni prodotti che si reputano più salutari di altri. Come sappiamo, nel metodo Kousmine si utilizzano alimenti che mantengono alta la loro capacità nutritiva. Si usano così i cereali “vivi”, che non hanno subito trasformazioni. Le farine stesse vanno consumate fresche, perché dopo 8 giorni dalla macinazione cominciano ad invecchiare e al quindicesimo giorno possiamo considerarle “morte”. Fatta questa premessa, va da sé che è vivo tutto ciò che germoglia e quindi, se prendiamo un chicco che non ha subito trasformazioni, come per esempio un chicco di farro (non perlato) o di avena o miglio, possiamo definirlo vivo, dal momento che conserva in sé tutti i principi nutritivi necessari al nostro organismo. La pasta commerciale quindi non può logicamente essere definita “viva”, nemmeno se è integrale, perché comunque ha subito dei processi di trasformazione. Che dire allora di altri prodotti come il cous cous o il bulgur?

COUS COUS

Qual è il processo che porta il grano (o il farro, o altri cereali) a diventare cous cous? Si parte dal grano che viene subito macinato, quindi setacciato. Si ottiene così un semolino, ovvero una farina a grana più grossa, che viene idratata e poi inserita in una macchina che la trasforma in palline. Quindi il cous cous ottenuto viene cotto al vapore ad una temperatura di 100° e poi essiccato in modo da mantenere una percentuale di acqua che gli permetta di non asciugarsi dopo il confezionamento.

 

BULGUR (detto anche bulgour o bulghur)

Questo prodotto viene preparato a partire dal grano duro germogliato che viene prima cotto, poi essiccato e infine macinato per ottenere dei pezzi piuttosto grandi. C’è anche una versione in cui il grano non viene fatto germogliare, né viene cotto, ma viene comunque ridotto in pezzi in modo da poterlo cuocere in un tempo più basso (circa 15 minuti). A differenza del cous cous non si prepara dunque dal semolino, ma direttamente dai chicchi, che vengono comunque lavorati.

Da qui si comprende che né il cous cous, né il bulgur possono essere considerati cibi “vivi”, subendo, come abbiamo visto, una serie di trasformazioni

 

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