Dal rischio di malattie cardiovascolari all’obesità: perché è importante scegliere alimenti freschi e naturali.

In un’era dove la convenienza regna sovrana, gli alimenti a lunga conservazione hanno trovato un posto fisso sugli scaffali dei supermercati e, di conseguenza, nelle nostre case. Questi prodotti, che vantano un’elevata durata grazie a tecniche di lavorazione avanzate e all’aggiunta di conservanti, sembrano offrire una soluzione pratica alla frenetica vita moderna. Tuttavia, crescono le preoccupazioni riguardo all’impatto a lungo termine che tali alimenti possono avere sulla salute. Il cuore del dibattito si concentra sugli ingredienti presenti nei cibi processati, tra cui conservanti, dolcificanti artificiali, sciroppi ad alto contenuto di fruttosio e grassi idrogenati.

Conservanti e farine: effetti sulla salute

I conservanti, come i nitriti e i nitrati, utilizzati per prolungare la durata degli alimenti e prevenire la crescita batterica, sono stati collegati a rischi per la salute, inclusa la possibilità di sviluppare certi tipi di cancro. Allo stesso modo, le farine raffinate, spesso utilizzate nei prodotti confezionati, subiscono processi che ne degradano le proprietà nutritive. E non solo: con un alto indice glicemico creano danni alla salute, aprendo la strada all’infiammazione e alle malattie della nostra epoca. Attenzione: anche le farine biologiche integrali non sono esenti da critiche: il processo di macinazione espone il chicco all’ossidazione, provocando la perdita di nutrienti vitali già a partire dall’ottavo giorno dalla macinazione. Questo significa che il modo migliore per ottenere la farina è quella di acquistare un pratico macina cereali casalingo ed autoprodursi le farine a partire dal chicco stesso.

Dolcificanti artificiali e fruttosio: un dolce inganno

Anche i dolcificanti artificiali, come l’aspartame e il sucralosio, ampiamente usati per sostituire lo zucchero nei prodotti light o dietetici, hanno sollevato preoccupazioni. Studi hanno suggerito che il loro consumo eccessivo potrebbe essere associato a un aumentato rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiache e addirittura a un paradossale aumento di peso. Il fruttosio, spesso presente sotto forma di sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, è diventato onnipresente negli alimenti processati. La sua assunzione in grandi quantità è stata collegata a problemi di salute come l’obesità, la resistenza all’insulina e il fegato grasso per causa non alcolica.

Grassi idrogenati: un rischio nascosto

I grassi idrogenati, noti anche come grassi trans, sono stati creati industrialmente per migliorare la consistenza e prolungare la conservazione dei cibi. Nonostante la loro prevalenza in molti snack, prodotti da forno e alimenti confezionati, gli studi hanno chiaramente dimostrato che i grassi trans possono aumentare significativamente il rischio di malattie cardiovascolari, portando a restrizioni e divieti in numerosi paesi.

Esempi di alimenti processati

Gli alimenti processati includono una vasta gamma di prodotti che sono stati modificati dalla loro forma originale attraverso varie tecniche di lavorazione. I nostri supermercati ne hanno gli scaffali e i frigoriferi pieni.  Eccone alcuni esempi comuni:

  1. Patatine in sacchetto: snack croccanti e salati, spesso ricchi di grassi, sale e additivi.
  2. Bevande zuccherate: includono soda, bibite gassate aromatizzate e bevande energetiche, contenenti alte quantità di zuccheri aggiunti.
  3. Carni lavorate: salumi come prosciutto, salame, salsicce e bacon, che sono stati conservati tramite salatura, affumicatura o aggiunta di conservanti chimici.
  4. Cibi precotti o pronti al consumo: piatti pronti che richiedono solo il riscaldamento, spesso ricchi di conservanti e sodio.
  5. Prodotti da forno industriali: biscotti, torte, dolci confezionati e pane, che possono contenere additivi, conservanti e zuccheri raffinati.
  6. Cereali per la colazione: la maggior parte dei cereali commerciali sono altamente processati e includono zuccheri aggiunti e aromi artificiali.
  7. Formaggi fusi e spalmabili: spesso contengono additivi per migliorarne la consistenza e la conservabilità.
  8. Integratori alimentari: barrette energetiche e proteiche, bevande sostitutive dei pasti, che possono contenere zuccheri aggiunti e conservanti.
  9. Conservati e sottaceti: alimenti conservati in aceto o salamoia, che possono avere alti livelli di sodio e conservanti.
  10. Snack dolci e salati confezionati: includono cioccolatini, caramelle, biscotti salati e snack misti, spesso arricchiti con additivi per sapore e colore.

Quindi, come fare?

Nonostante la convenienza e il gusto seducente di molti alimenti a lunga conservazione, è chiaro che il loro consumo regolare può avere un impatto negativo sulla salute. Quindi privilegia una dieta ricca di alimenti freschi, ricordando che più lunga è la scadenza del prodotto, ovvero la sua vita sugli scaffali (e nelle nostre case)… più breve è la nostra!

Questo non significa rinunciare completamente alla convenienza, ma piuttosto fare scelte alimentari consapevoli. Leggere attentamente le etichette e dare priorità alla qualità degli ingredienti è fondamentale. Imparare a scegliere, conoscere e informarsi permette di non lasciare che sia l’industria a guidarci, ma il nostro senso critico e la nostra capacità di analisi.  

Ogni volta che ci troviamo a un bivio, scegliamo la via della consapevolezza.

Fare scelte informate ci permette di sentirci vitali, carichi di energia e presenti nelle nostre vite. La chiave sta nell’educare noi stessi e le nostre famiglie su cosa significa nutrirsi in modo sano e sostenibile, riconoscendo l’importanza di ciò che mettiamo nel nostro corpo per il nostro benessere a lungo termine.

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