L’eritritolo, dolcificante usato in molti prodotti light, è ora al centro di una ricerca che ne mette in discussione la sicurezza.
Negli ultimi anni l’eritritolo, un dolcificante a zero calorie, è diventato protagonista di molti prodotti “senza zucchero” e “cheto-friendly”. Ma recenti ricerche sollevano interrogativi importanti sui suoi possibili effetti sulla salute cerebrale e cardiovascolare.
Eritritolo: un dolcificante “innocuo”?
L’eritritolo è un alcol dello zucchero presente in natura in piccole quantità in alcuni frutti e alimenti fermentati, ma viene spesso prodotto industrialmente per essere impiegato in bevande, dolci e gomme da masticare. A differenza di altri dolcificanti, ha un gusto simile al saccarosio, non altera la glicemia e non favorisce la carie. Sembrava, dunque, una scelta sicura.
Eritritolo: lo studio che cambia la prospettiva
Durante il 2025 American Physiology Summit, un team di ricercatori dell’Università del Colorado Boulder ha presentato nuovi dati che meritano attenzione. In laboratorio, cellule di vasi sanguigni cerebrali umani sono state esposte a concentrazioni di eritritolo comparabili a quelle presenti nel sangue dopo il consumo di una bevanda dolcificata. Il risultato? Aumento dello stress ossidativo e riduzione della produzione di ossido nitrico, una molecola chiave per la salute vascolare e la regolazione del flusso sanguigno.
Questi cambiamenti, osservati in ambiente controllato, potrebbero suggerire un effetto negativo a livello di microcircolazione cerebrale, soprattutto in soggetti con predisposizioni cardiovascolari o metaboliche.
Un segnale, non una condanna
Va chiarito: lo studio è preliminare e condotto in vitro, quindi non dimostra un effetto diretto sull’organismo umano. Ma conferma la necessità di ulteriori indagini cliniche. Alcuni studi precedenti avevano già messo in relazione livelli elevati di eritritolo nel sangue con un aumentato rischio di eventi cardiovascolari. Ora si aggiungono possibili implicazioni sul cervello.
Una scelta consapevole
Il messaggio non è demonizzare, ma educare alla consapevolezza: la presenza di un dolcificante “naturale” sull’etichetta non garantisce automaticamente sicurezza a lungo termine. Anche i sostituti dello zucchero vanno valutati criticamente, soprattutto se consumati abitualmente. Sicuramente è giusto escludere gli zuccheri raffinati, ma dobbiamo stare attenti alle scelte che facciamo per sostituirli. Utilizzare della frutta fresca, come mele o banane, oppure essiccata come uvetta o datteri potrebbe essere un’ottima soluzione. Tra l’altro questo approccio naturale riduce nel tempo la dipendenza dai dolci.
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