Il fico d’India (Opuntia ficus-indica) è una pianta originaria del Messico, i cui frutti e pale sono comunemente mangiati e usati come medicina nelle culture messicane.

In Italia li possiamo vedere pieni di fiori a inizio estate e quindi carichi di frutti che dal verde (acerbi) virano verso il rosso e sono pronti per essere mangiati. Attenzione naturalmente quando li cogliete! Le loro spine sottilissime (i glochidi), sono dolorose e difficili da togliere (nel caso munitevi di lente d’ingrandimento e pinzette per sopracciglia).
Andiamo ora a vedere alcune proprietà e consigli per utilizzare questo dolce frutto.

Il fico d’India fa bene alla perdita di peso

La fibra di cactus (Opuntia ficus-indica) ha dimostrato di essere in grado di promuovere la perdita di peso in un’indagine clinica di 3 mesi: secondo questi studi la fibra di cactus si lega al grasso alimentare e il suo utilizzo si traduce in un ridotto assorbimento e, in definitiva, questo porta alla riduzione del peso corporeo.

Il fico d’India protegge il fegato

Consumare il fico d’India come succo o sotto forma di purea (senza zucchero) può prevenire danni al fegato. Contiene infatti molti antiossidanti che possono ridurre lo stress ossidativo, ed esercita un’attività epatoprotettiva che coinvolge principalmente l’eliminazione dei radicali liberi e l’aumento dell’attività antiossidante dell’organismo contro questi composti.

Il fico d’India aiuta a potenziare le difese immunitarie

Una ricerca  pubblicata su The American Journal of Clinical Nutrition sottolinea che il consumo di frutti di cactus è legato positivamente alla rimozione delle tossine e all’attività antiossidante, grazie ai suoi livelli elevati di vitamine C ed E. Infatti, una singola porzione di fichi d’India può contenere più di 1/ 3 dell’intero fabbisogno giornaliero di vitamina C. Questa svolge un ruolo importante nel potenziare il sistema immunitario, stimolare la produzione di globuli bianchi e agisce come antiossidante nel corpo.

Aiuta a prevenire il cancro

I fichi d’India hanno alti livelli di flavonoidi, polifenoli e betalaine. Questi agiscono come composti antiossidanti e neutralizzano i radicali liberi. Gli studi hanno mostrato minori percentuali di rischio di cancro nelle persone che aggiungono regolarmente questi tipi di antiossidanti alla loro dieta.

Come sbucciare i fichi d’India

Con questo frutto spinoso bisogna avere particolari accortezze per togliere la buccia senza riempirci di spine. Ecco qui il procedimento:

1. Prendere il fico d’India con la forchetta, affondandola bene dentro la polpa;

2. Tenerlo fermo su un piatto con la forchetta e tagliarne le estremità;

3. Inciderlo longitudinalmente da un estremo all’altro senza tagliare la polpa interna

4. Tenendo ben saldo il frutto con la forchetta, togliere la buccia aiutandosi con il coltello (o con un’altra forchetta) prima da una parte e poi dall’altra, fino a che il fico d’India sarà sbucciato (adagiato al centro della buccia);

5. A questo punto togliere la forchetta e usarla per tenere ferma la buccia sul piatto, mentre con la mano si toglie il fico d’India e si appoggia su un altro piatto… o si mangia direttamente!

La ricetta per una colazione a base di fichi d’India: una crema Budwig estiva

Possiamo mangiare i fichi d’India in molti modi: oltre a usarli così come sono per uno spuntino a base di frutta, si possono mettere a pezzetti in un’insalata (i semi possono essere fastidiosi, ma sono commestibili), oppure inseriti nell’estrattore per preparare un succo, o ancora utilizzati per prepararvi un’ottima marmellata. A me piace molto anche per la colazione.

Ecco qui la ricetta della crema Budwig ai fichi d’India, che ho inserito nel PDF “Le ricette Kousmine dell’estate” (lo puoi trovare QUI).

Ingredienti
3 cucchiai di yogurt di soia
1 cucchiaio di olio di semi di lino
1 cucchiaio di uvetta
Il succo di mezzo limone
1 cucchiaio di grano saraceno
1 cucchiaio di semi di girasole
4 fichi d’India

Preparazione
Prima di tutto si preparano i fichi d’India, dividendoli in pezzi e passandoli con un passaverdura (in modo da eliminare i semi). Si emulsiona bene lo yogurt di soia all’olio di semi di lino in una tazza, quindi si aggiunge 1 cucchiaio di uvetta, 1 cucchiaio di semi di girasole e mezzo limone spremuto. A parte si macina con un macinino da caffè un cucchiaio di grano saraceno e si inserisce la farina ottenuta nella crema, girando. L’alternativa è fioccare il grano saraceno e inserirlo sulla superficie (come nella foto).

 

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