La Psicoalimentazione
(Foto: convegno Albano Terme)
La Psicoalimentazione®, il cui marchio è stato registrato nel 2006, è un metodo che considera l’individuo in tutte le sue parti, e che permette di realizzare il benessere fisico ed emozionale(quindi essere in salute, raggiungere il proprio peso forma, ristabilire il proprio equilibrio emotivo), tenendo conto delle connessioni tra le varie dimensioni del Sé.
Ogni visita ha la durata di un’ora ed ogni incontro è unico, proprio perché ogni persona è un Universo a sé, con i propri vissuti e le proprie peculiarità.
Durante gli incontri verrà consigliato un piano nutrizionale personalizzato, secondo i principi di una sana alimentazione e verrà dedicato del tempo anche al lavoro sulla parte emotiva, con tecniche di Psicologia Energetica, EFT (Emotional Freedom Techniques), PNL (Programmazione Neuro Linguistica), perché, come viene definita dall’OMS, “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e di infermità”
Oltre agli incontri individuali, che vengono effettuati negli studi di Orbetello (Gr) e Grosseto, è possibile seguire i vari corsi e seminari che vengono effettuati sia online, sia su tutto il territorio nazionale e che sono in realtà un percorso nella consapevolezza e nel Risveglio: frequentare i corsi di Psicoalimentazione® permette di acquisire le informazioni e le conoscenze per ritrovare il proprio peso forma, ma anche per raggiungere il proprio equilibrio nutrizionale ed emozionale.
Per approfondire qualche concetto, metto qui l’intervista che mi ha fatto Daniele Innocenti per il suo blog Orbetellove:
1 – dimagrire meditando. Suvvia, Marilù..
Se riusciamo a considerare il nostro “Esserci” come completo, cioè non scisso nei vari aspetti, allora capiamo che va nutrito in tutte le sue parti: corpo, mente, emozioni, anima.. Ci sono degli interessanti studi di come la meditazione favorisca lo sviluppo di un’autocoscienza che favorisce una migliore consapevolezza del proprio corpo e quindi del rapporto con il cibo…
2 – Scherzi a parte, una bella idea quella di unire le tue due lauree (psicologia e biologia) in un progetto: Psicoalimentazione. Com’è stato il percorso?
Nonostante la mia prima laurea fosse in Biologia, ho iniziato a lavorare nelle aziende in tutta Italia come docente in corsi di formazione per manager sulla comunicazione, motivazione e leadership. Utilizzavo tecniche di Programmazione Neuro Linguistica per “riprogrammare” la mente e favorire il cambiamento Questo mi è stato molto utile in seguito e, quando ho incontrato chi mi ha aperto il mondo ai sani e logici principi di una giusta alimentazione, ovvero Nina Courson (che aveva fatto la revisione ai libri della dottoressa Kousmine), il passo è stato facile. Ho seguito il percorso formativo con l’Associazione Medica Italiana Kousmine, di cui attualmente faccio parte come membro del direttivo e, con le due lauree a disposizione ed una serie di conoscenze “tecniche”, ho messo in atto il progetto ed ho registrato il marchio: la Psicoalimentazione. Sai, la vita ti porta sempre dove devi andare secondo lo scopo della tua anima.
3 – Abbiamo più bisogno di uno psicologo o di un nutrizionista?
Entrambi sono importanti: con il primo possiamo per esempio imparare a vedere le emozioni che ci fanno dirigere in maniera compulsiva verso il cibo e comprendere come gestirle. Con il secondo possiamo fare un percorso di educazione alimentare che ci permetta di arrivare al proprio peso forma e mantenerlo nel tempo.
4 – Alcuni degli alimenti che usi o suggerisci di usare non sono esattamente da bancarella. La crisi avversa la psicoalimentazione?
Non proprio.. Credimi, ho fatto i miei conti. Gli alimenti che uso e che suggerisco hanno un indice glicemico più basso e, avendo più fibra, ci saziano prima. Quindi se ne mangia di meno e, di conseguenza, nel lungo periodo c’è un risparmio (per non parlare del risparmio che si ha rispetto ai farmaci!).
5 – il poco tempo, lo stress, gli impegni. Come arriviamo a volerci così poco bene?
Abbiamo perso il rapporto con la Natura, con l’anima del mondo. Reputiamo importante tutta una serie di cose che stanno in superficie ed abbiamo paura di guardarci dentro. Recuperare ogni aspetto del nostro essere dovrebbe essere lo scopo primario: essere presenti, consapevoli, “svegli”. Risvegliarsi da questo sogno che altri hanno scelto per noi è di vitale importanza. Il poco tempo, lo stress, gli impegni ci fanno entrare in crisi, ma proprio da questo dovrebbe esserci la “rinascita”. Sai come i giapponesi scrivono la parola “crisi”? Con due ideogrammi: uno significa “pericolo”, l’altro “opportunità”. La scelta è solo nostra…
6 – deduco che chi si rivolge a te debba lasciarsi alle spalle non tanto delle cattive abitudini, quanto una vera e propria cultura: alimentare e di vita. Gli orbetellani come approcciano un simile cambiamento? Ti capita di captare scetticismo?
Trovo spesso scetticismo e paura di mettersi in gioco. Lasciarsi alle spalle vecchie abitudini, anche se distruttive, è molto difficile, perché implica una presa di coscienza ed una voglia di liberarsi. A volte si preferisce soffrire, ma rimanere dentro la propria area di comfort, dove tutto è controllato e automatico, piuttosto che agire il cambiamento.
7- i giovanissimi propendono allo stravizio (in ogni settore!) per partito preso. Marilù mamma come combatte contro questa propensione?
Non mi piace “combattere”, cioè “andare contro”, sono più per il “fare per…”. Sotto questo principio credo che un buon esempio in casa possa essere uno stimolo in più anche per i giovanissimi: l’educazione alimentare parte proprio da lì.
8 – di sicuro del volersi più bene ne beneficia l’aspetto. E’ ancora così importante?
L’aspetto del corpo riflette anche l’amore che abbiamo per noi stessi: è importante prenderci cura di noi e dare a questa “macchina”, che ci porta a passeggio per tutta la nostra esistenza, tutte le attenzioni e l’amore necessari perché sia sana e “priva di ammaccature”: così ci potrà trasportare al meglio nelle strade della vita…
9 – ma siamo umani. La trasgressione di Marilù? ( mi rendo conto che sembra un film di Tinto Brass. Ma è una domanda…)
Il termine “trasgredire” deriva dal latino “transgredi,” ovvero “andare (gradi) oltre (trans-)”: da questo punto di vista direi che in ogni momento trasgredisco, proprio perché ritengo sia importante per l’evoluzione superare i propri limiti ed andare oltre, in un processo continuo di liberazione, sempre nel rispetto e nell’amore per se stessi e per gli altri.