Sento molti parlare di cambiamento e di Rivoluzione. Tutto questo a vari livelli, sia personale che politico/sociale. Si incita alla trasformazione mediante un atto forte, rivoluzionario appunto. Non credo sia una cosa che possa funzionare.
Cos’è la rivoluzione?
È il moto di un pianeta o di un altro corpo celeste intorno ad un centro di massa. Per esempio la nostra Terra compie un’orbita ellittica intorno alla nostra stella, il Sole. Ebbene, una caratteristica del moto di rivoluzione è che il corpo che la compie ritorna esattamente al punto di partenza. Con la rivoluzione quindi non c’è evoluzione. È solo un eterno ritorno, fatto di tentativi che non raggiungono le mete prefissate, dove tutto si svolge nello stesso piano, piatto e senza speranza.
Cos’è il cambiamento?
Il vero cambiamento dovrebbe piuttosto a mio avviso guardare all’infinitamente piccolo, agli atomi, agli elettroni. Questi ultimi, grazie ad un surplus energetico, possono saltare da un livello inferiore ad uno superiore e fare quello che si definisce “salto quantico”. Prepararsi al cambiamento significa fare quel salto quantico che può veramente cambiare il nostro mondo, perché ci porta in uno stato diverso, superiore, da dove è possibile vedere le cose in un’altra maniera e quindi agire in un’altra maniera.
Cambiare significa quindi abbracciare un’altra immagine di noi stessi, del modo in cui affrontiamo le situazioni. Significa lasciare andare le vecchie ancore che ci fissano in un centro da cui abbiamo pochi margini di spostamento. Significa guardare se stessi da un nuovo livello, dove si possono aprire nuovi orizzonti e dove possiamo sentirci nuovi nel presente.
L’azione che porta a un profondo stato di cambiamento va fatta dunque da un livello diverso… altrimenti tutto torna come prima.