Il metabolismo non rallenta solo per l’età o per la dieta: anche stress, emozioni e abitudini mentali giocano un ruolo chiave.

Quando si parla di “metabolismo lento”, spesso si pensa a un corpo che “brucia poco” e tende ad accumulare peso. Ma cos’è davvero il metabolismo? E cosa vuol dire quando rallenta?

Il metabolismo: non è solo questione di calorie

Il metabolismo è l’insieme dei processi biochimici che avvengono nel corpo per trasformare ciò che mangiamo in energia. Comprende due fasi: anabolismo (costruzione) e catabolismo (demolizione). La velocità con cui queste reazioni avvengono è ciò che comunemente chiamiamo “metabolismo basale” — ed è responsabile della maggior parte del dispendio energetico quotidiano, anche a riposo.

Il metabolismo non è statico. Cambia con l’età, con lo stato ormonale, con la composizione corporea (più muscoli = più consumo), con il livello di attività fisica e anche con lo stato psicologico.

Quando rallenta

Il rallentamento metabolico può avvenire per diverse cause:

  • Riduzione della massa muscolare. Con l’invecchiamento o in seguito a periodi di inattività, la massa muscolare tende a diminuire (un fenomeno noto come sarcopenia). Poiché il muscolo è un tessuto metabolicamente attivo, meno muscolo significa minore dispendio energetico a riposo. Anche una vita troppo sedentaria contribuisce al rallentamento del metabolismo basale.

  • Restrizioni caloriche prolungate. Diete troppo rigide o ipocaloriche, se protratte nel tempo, spingono l’organismo ad attivare meccanismi di risparmio energetico. Il corpo percepisce la scarsità come un pericolo e risponde abbassando il metabolismo per preservare le riserve: un adattamento evolutivo utile in caso di carestia, ma controproducente in un percorso di dimagrimento sostenibile.

  • Squilibri ormonali. Il metabolismo è regolato finemente da ormoni come quelli tiroidei, il cortisolo, l’insulina e gli ormoni sessuali. Disfunzioni come l’ipotiroidismo, alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene o un’eccessiva secrezione di cortisolo possono rallentare i processi metabolici, influendo su peso, energia e termogenesi.

  • Fattori psicologici. Ansia persistente, stati depressivi e stress cronico hanno un’influenza diretta attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Livelli elevati e costanti di cortisolo possono favorire l’accumulo di grasso viscerale, aumentare la fame emotiva e ridurre l’efficienza metabolica. Non è solo una questione mentale: il corpo registra tutto.

Il cervello, in risposta a situazioni percepite come minacciose (anche una dieta rigida o una perdita di controllo), può attivare l’asse dello stress e influenzare profondamente il metabolismo.

Metabolismo e psiche: un legame diretto

L’approccio psicofisiologico al metabolismo mostra che la mente dialoga continuamente con il corpo, influenzando la sua capacità di usare l’energia in modo efficiente. Ad esempio:

  • Lo stress cronico aumenta il cortisolo, che può promuovere accumulo di grasso viscerale e rallentare il metabolismo.
  • Le emozioni represse o un senso di insoddisfazione cronica possono influenzare l’asse intestino-cervello, rallentando i processi digestivi e metabolici.
  • Un eccessivo controllo sull’alimentazione può alterare la percezione della fame e della sazietà, confondendo il sistema di regolazione energetica.

Come riattivare il metabolismo… davvero

1. Muoviti con regolarità, ma senza esaurirti
Il movimento quotidiano è uno dei modi più efficaci per sostenere il metabolismo. Non serve allenarsi in modo estremo: anche una camminata a passo sostenuto, un po’ di stretching consapevole o attività piacevoli come ballare o nuotare possono riaccendere il sistema energetico. Il segreto è la costanza, non l’intensità forzata.

2. Nutri i muscoli (e non solo con proteine)
Una dieta troppo restrittiva può portare a perdere massa magra. Per questo è fondamentale nutrire adeguatamente i muscoli: non solo con le giuste fonti proteiche, ma anche con micronutrienti essenziali (magnesio, vitamine del gruppo B, ferro, zinco) che sostengono la funzione mitocondriale. Integrare qualche esercizio di forza, anche leggero ma regolare, è un potente stimolo metabolico.

3. Esci dalla logica del controllo
Quando il cibo diventa oggetto di controllo ossessivo, il corpo entra in uno stato di allerta. Questo può alterare la regolazione ormonale e rallentare i processi metabolici. Riportare attenzione e consapevolezza all’esperienza del nutrirsi, senza rigidità o giudizio, riduce lo stress metabolico e migliora la capacità di autoregolazione dell’organismo.

4. Rilassa il sistema nervoso, lavora sulle emozioni
Il metabolismo funziona meglio in un corpo che si sente al sicuro. Lo stress cronico, le emozioni trattenute, le tensioni non espresse mantengono attivo il sistema di allerta, inibendo molte funzioni fisiologiche, incluso il metabolismo. Lavorare sull’ascolto emotivo, sulla regolazione del respiro e sul rilassamento profondo aiuta il corpo a uscire dalla modalità “sopravvivenza” e a tornare in equilibrio.

Conclusioni

Il rallentamento del metabolismo non è un destino inevitabile né un difetto del corpo, ma spesso la conseguenza di adattamenti fisiologici e psicologici a condizioni di stress, restrizione o disconnessione da sé. Guardare al metabolismo solo in termini di calorie e allenamento rischia di semplificare eccessivamente un sistema complesso, che coinvolge cervello, ormoni, tessuti e vissuti emotivi.

Un approccio integrato — che includa movimento, nutrizione, regolazione emotiva e ascolto profondo — è oggi considerato, anche in ambito scientifico, una strategia più efficace per favorire un equilibrio duraturo.
Il corpo ha risorse sorprendenti. Ma ha bisogno di sentirsi al sicuro per attivarle.