Quante volte hai deciso di metterti a dieta, lo hai fatto, hai raggiunto dei risultati per poi dopo un po’ di tempo ritrovarti al punto di partenza? Anzi, delle volte ti accorgi di pesare ancora di più di quando avevi iniziato.
È proprio così: le diete non funzionano: non sono associate alla perdita di peso a lungo termine e, inoltre, creano un rapporto restrittivo e di controllo con il cibo. Coloro che tentano di gestire il proprio peso attraverso la restrizione e la privazione spesso scoprono che queste tattiche possono peggiorare ancora di più la situazione. L’idea è che, quando si limitano fortemente le calorie, il corpo si compensa eccessivamente rallentando il metabolismo per sfruttare al meglio le calorie che si stanno consumando. Inoltre, una buona parte del tempo che trascorri a dieta è dedicata a ignorare o sopprimere la fame: a lungo termine, questo può renderti meno sensibile ai segnali naturali della fame, il che a sua volta ti rende più difficile ascoltare il tuo corpo e regolare il tuo peso.
E allora cosa fare? Come dimagrire senza ricorrere alle diete “contacalorie”?
Il primo passo consiste nell’iniziare a sintonizzarsi con i bisogni reali del corpo. In questa società ipertecnologica e tutta concentrata all’esterno, al lavoro, al fare, abbiamo dimenticato che il vero mondo si trova all’interno di noi stessi e ne abbiamo perso il contatto. Abbiamo sempre qualcosa o qualcuno a cui attribuire la colpa. Nel caso del peso:
- Alle feste di Natale
- Alle vacanze
- Alla mancanza di tempo
- Alla famiglia che ha mille esigenze (o al fatto che non ho famiglia, quindi per me non preparo nulla)
- Al ritmo troppo incalzante e alle pause troppo brevi
- All’insoddisfazione, all’ansia, allo stress…
Insomma, di alibi ce ne sono quanti ne vogliamo. Ma il vero motivo sta nel fatto che non sappiamo più stare con noi stessi. Non sappiamo più stare nel silenzio, nella calma, nell’attesa. Non siamo capaci di fermarci un attimo, dobbiamo riempire tutti i vuoti. E così, di conseguenza, dobbiamo riempire anche i vuoti interiori, a costo di rimpinzarli di cibo (non necessario). Quindi, il primo passo consiste proprio nel fermarsi, imparare a stare con se stessi (anche senza telefonino o senza TV, per intenderci).
1° PASSO: fermati, rallenta il respiro
Quindi possiamo iniziare ad ascoltare. Se impariamo questo primo fondamentale passo, allora inizieremo a svegliarci, a uscire dall’ipnosi dell’automaticità.
Fermati, ascolta.
Allora potrai sentire i segnali che ti sta inviando il tuo corpo: per esempio le tue gambe, che ti stanno chiedendo di muoversi. Oppure il tuo stomaco, che sta dicendo di essere sazio, anche se hai già quel biscotto in mano. E imparerai a mangiare per segnali fisici, anziché emotivi. Puoi anche mentalmente chiedere al tuo stomaco: “Hai fame, adesso”? E aspettare la risposta.
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2° PASSO: mettiti in ascolto dei segnali del corpo
A questo punto impara solo alcune piccole regole del mangiare sano e nutri il tuo corpo realmente. Il bisogno del tuo corpo di cibi nutrienti viene prima di tutto. Puoi anche darti il permesso di goderti dei cibi che ti attirano di più e che non sono poi così salutari, ma, prima di tutto, devi soddisfare le esigenze nutrizionali del tuo corpo. E se ogni tanto il tuo corpo ti chiede di “sgarrare”, fallo senza sensi di colpa, perché a quel punto il tuo corpo è già comunque soddisfatto.
3° PASSO: impara le regole della sana nutrizione (senza però rientrare in un eccessivo controllo)
Abbandona la dieta per un approccio alimentare più in linea con la Psicoalimentazione. Avrai un rapporto migliore con il cibo quando ti sintonizzi sui bisogni e sui segnali del tuo corpo. E il tuo corpo troverà in maniera naturale la forma perduta.